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Happiness – La bramosia dell’apparente felicità

Primo lunedì di dicembre. Scorrendo svogliatamente la home di Facebook, la mia attenzione viene catturata da un  video condiviso da mia sorella dal titolo “Happiness” : il video comincia con un topolino che corre indaffarato.

Ben presto i topi diventano uno, due, cinque… un caotico gruppo di topi! Qualcuno porta la camicia, conferendogli un aspetto umanizzato. Immagine dopo immagine, velocemente capiamo che quei topi non sono altro che il riflesso della nostra comunità frenetica e consumista. Evito di soffermarmi molto sui dettagli, anche perchè potrete guardare il video qui, e merita davvero di essere visto: sia per gli spunti di riflessione che può trasmettere, sia per le animazioni dell’animatore Londinese Steve Cutts , che ha prodotto anche altri cortometraggi su temi simili. (Il fatto che vive a Londra, la spiega lunga sul perchè abbia una visione così senza mezze misure!)

Ammetto che stavo per saltare il video dopo i primi 15 secondi, perchè come già accennavo, avevo già visto dei video simili (tra l’altro stesse sue produzioni!), che spesso finiscono per farmi storcere il naso perchè comunque se siamo in grado di guardare i video, e quindi usufruire degli smartphone, della connessione internet e altre comodità a cui non rinunciamo, sono frutto della stessa società che tanto critichiamo.

Ma, mi ha attirato la scelta di utilizzare la parola “Happiness” al posto dei nomi dei più famosi brand mondiali.

‘E stato colto in pieno il punto (e il problema) del consumatore medio: averlo indotto a pensare, che l’acquisto di determinati prodotti lo portino alla felicità.

Che la pubblicità debba comunicare in modo accattivante verso determinati target a seconda del prodotto, per arrivare al suo scopo che non è altro quello di “vendere”, non è di certo la scoperta del quarto mistero di fatima! Ma che addirittura abbia l’arroganza di venderci la felicità stessa, mi sembra un tantino pretenzioso.

Se dipendesse solamente da una borsa, la felicità l’avrei già comprata.

Two Fingerz – Più Vuoi

Sì non sto parlando di niente di nuovo… Però abbiamo la tendenza a dimenticarlo.

A mio parere non c’è nulla di male a desiderare un vestito, uno smartphone o qualsiasi altra cosa.

Il problema nasce quando compiamo delle azioni in maniera totalmente inconscia, e non perchè decidiamo di farle! Ma soprattutto quando sopravvalutiamo ciò che desideriamo, come se fosse l’unica fonte della nostra felicità e soddisfazione. Questo atteggiamento è mostrato nell’animazione: i topolini corrono frenetici da un prodotto all’altro, come drogati, come se le cose che compreranno li libereranno dal loro stato.

A volte, mi capita di fare shopping online, e dopo aver messo nel carrello il primo prodotto, avere l’impulso di comprare compulsivamente. La stessa sensazione, di non riuscire a fermarmi, mi capita di provarla quando mangio qualcosa in più e finisco ad abbuffarmi mangiando: il binge eating.

Il binge eating è un disturbo del comportamento alimentare, che porta chi ne è affetto a introdurre una grande quantità di cibo in maniera incontrollata. Le cause possono essere molteplici, ma per fortuna, come tutti i disturbi può essere controllata! Soprattutto con grande forza di volontà, e un’alimentazione corretta che aiuti ad essere equilibrati.

Mi ha sconvolto, che per la prima volta ho trovato questa strana e inquietante correlazione tra l’abbuffarsi, e il comprare compulsivamente: la bramosia di riempire dei vuoti, illudendosi di trovare la felicità. Ma purtroppo, ci sono dei vuoti che non puoi colmare nè con un nuovo paio di scarpe, nè con un panino con la nutella! E ripeto: non c’è nulla di male a volere una di queste due cose, l’atteggiamento sbagliato sta nello scambiare un tipo di necessità, con un’altra, sfociando nell’atteggiamento compulsivo.

Quando sento la necessità di abbuffarmi? Quando sento la necessità di fare shopping? Quando mi sento annoiata, giù di morale, in cerca di qualcosa che mi appaghi subito! Il segreto per fermare questi atteggiamenti auto-distruttivi sta nel chiedersi: Ho veramente fame? Ho veramente bisogno di quell’oggetto o posso farne a meno?

Secondo me sono delle domande che possono aiutarci a capire se quello che stiamo per fare, è veramente quello di cui abbiamo bisogno, o sta solo nascondendo un grido interno più complicato del semplice bisogno di mangiare. Basta porsi delle domande.

L’altro trucco, è trovare un’attività alternativa che non sia distruttiva. Io ho risolto la maggior parte dei problemi col cibo scoprendo i grandi benefici che mi dava l’attività sportiva! … Devo trovare ancora però l’alternativa allo shopping 😛 (Che poi in realtà, non sono una grande spendacciona! Amo comprare cose con un bel rapporto qualità/prezzo, e provare cose nuove che siano utili ogni giorno..!)

Come si conclude il video? Il topolino rincorre una banconota fino a quando… TAC! Viene incastrato da una trappola per topi, costringendolo a lavorare davanti al pc, ma questo è un altro grande discorso…

 

(Immagine in evidenza a quest’articolo: Copyright Steve Cutts)

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Sofia Fulgido
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