Anniversario Museo Caffi a Bergamo: Dinosauri al museo
Aggiornamento ottobre 2018:
La mostra è stata prorogata al 6 gennaio 2019! continua a leggere
Da brava paleontologa mancata (in realtà potrei elencare almeno una decina di mestieri “mancati” nella mia vita…) ho deciso di andare al Museo di Scienze Naturali di Bergamo. L’obiettivo era realizzare il sogno di ogni amante dei dinosauri: vedere i dinosauri in carne ed ossa.
In occasione del centenario della fondazione del museo civico di scienze naturali “Enrico Caffi” è stata allestita la mostra temporanea “dinosauri al museo”, visitabile dal 10 marzo 2018 a settembre 2018.
Si tratta di una buona occasione per poter visitare il bellissimo museo che dispone di una vasta raccolta di tesori naturalistici. Tra le sale del museo infatti è possibile ammirare collezioni mineralogiche, geologiche, paleontologiche, zoologiche ed etnografiche che vi lasceranno letteralmente a bocca aperta!
Le ricostruzioni dei dinosauri sono state distribuite tra le sale del museo. Sul pavimento sono state disposte delle impronte che ci aiuteranno a trovare il percorso che condurrà ai dinosauri esposti; Questo potrebbe rendere la mostra un pò dispersiva ma al tempo stesso ci spingerà a visitare con attenzione ogni sala sorprendendoci man mano che andremo avanti tra le varie ere geologiche.

Dinosauri in carne ed ossa
Una delle parti che mi ha affascinato di più è stata la sala dedicata ai modelli riprodotti e alle varie fasi di creazione e montaggio. Penso sia un perfetto connubio tra arte e scienza.
In questa sala infatti sono esposti due grandi modelli: uno Styracosaurus (foto in alto) ed un Parasaurolophus. Queste riproduzioni lasciano a bocca aperta non solo per la loro grandezza ma anche per la grande cura dei dettagli che li rendono delle vere e proprie opere d’arte.
In vetrina sono invece esposte due teste: un Dilophosaurus (foto in basso) e uno Stegosaurus. Anche queste molto belle e ricche di particolari.

Questi risultati non sarebbero stati possibili se dietro non ci fossero stati in primis degli studi paleontologici su come sarebbe dovuto essere l’aspetto esteriore dei dinosauri! Ma anche gli studi tecnici/artistici sono stati fondamentali per rendere al meglio i modelli. Non dimentichiamoci infatti che quel che lascia a bocca aperta di queste riproduzioni è la minuziosità dei dettagli che li rende iper-realistici.
In un’altra teca è possibile osservare un modello costruito a metà, più altre parti mancanti ancora da montare. Su uno schermo sono anche mostrate le varie fasi che sono state necessarie per montare i grandi modelli a scala naturale. Alcuni di questi sono stati montati in quattro diversi punti della città (uno dei quali proprio fuori dalla stazione di Bergamo!).
Un perfetto contorno che dà una piccola idea del grande lavoro impiegato dietro questa mostra e delle varie figure lavorative che sono state necessarie per realizzarla.
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Reverse Engineering e prototipazione rapida per la paleontologia
Poi, l’importanza della scienza e della tecnologia è ribadita all’interno ad una delle teche della sala in cui viene spiegato come il “reverse engineering” (ingegneria inversa) sia fondamentale.
Il reverse engineering è un termine utilizzato spesso in Informatica quando si sa poco su una piattaforma o un applicativo ed occorre analizzare il comportamento ed il codice per ricostruirne il funzionamento. Non avevo mai considerato che questo termine fosse applicato anche in Paleontologia. Spesso capita che gli scienziati debbano ricorrere a questa tecnica per ricostruire scheletri di dinosauri con ossa mancanti.
Ma anche le moderne stampanti 3D e le tecniche di ricostruzione avanzata vengono in soccorso dei paleontologi! La prototipazione rapida ha permesso infatti di creare un calco di questo fragile fossile di Pterosauro (foto in basso) e poterlo esporre all’American Museum of Natural History di New York.
Che dire, fiera che la tecnologia porti il suo aiuto agli studi preistorici!

Reperti fossili e scheletri
La mostra è stata molto affascinante e la consiglio a tutti.
Tra i vari modelli esposti c’era anche un “Velociraptor” con una spiegazione esaustiva sulla vecchia diatriba del loro aspetto esteriore (errato) reso famoso dal film “Jurassic Park”.
Infatti i Velociraptor del film degli anni ’90 sono più simili a dei Deinonychus. Non dimenticando che le più recenti scoperte Paleontologiche hanno dimostrato che in realtà molti dinosauri erano ricoperti di piume e di non squame. Questo ha scosso (compresa me) molti appassionati. ‘E stato difficile dover rivedere nel nostro immaginario l’aspetto dei dinosauri!
Dopo aver metabolizzato la scoperta, negli anni ho iniziato a scartare le varie ricostruzioni, affezionandomi di più all’unica cosa certa che abbiamo del loro passaggio su questa terra: i fossili e gli scheletri.
Per quanto gli studi e la scienza cerchino di ricostruire fedelmente il loro aspetto esteriore, effettivamente noi non abbiamo certezza del loro vero colore, delle loro squame o piumaggio. Appena uscita dal museo ho avuto nuovamente questa certezza in me: niente mi affascina quanto gli scheletri dei dinosauri.
La loro grandezza è l’unica certezza che abbiamo della loro magnificienza.
Siti di interesse:
Dinosauri al museo